Il Consiglio federale respinge l’iniziativa che chiede di sopprimere il limite massimo delle rendite AVS dei coniugi

Nella sua seduta del 7 marzo 2025, il Consiglio federale ha adottato il messaggio concernente l’iniziativa popolare «Sì a rendite AVS eque anche per i coniugi – Basta con la discriminazione del matrimonio!». L’iniziativa chiede di sopprimere la limitazione della somma delle due rendite per coniugi nell’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti (AVS) e nell’assicurazione invalidità (AI). Il Consiglio federale raccomanda al Parlamento di respingere l’iniziativa senza presentare alcun controprogetto. Un ulteriore onere supplementare di circa 3,6 miliardi di franchi a carico dell’AVS nel 2030 (secondo le proiezioni), in aggiunta ai costi legati alla 13a rendita di vecchiaia e all’evoluzione demografica, acuirebbe le difficoltà finanziarie dell’assicurazione.

Depositata il 27 marzo 2024 dal partito del Centro, l’iniziativa «Sì a rendite AVS eque anche per i coniugi – Basta con la discriminazione del matrimonio!» chiede la soppressione della limitazione delle rendite per coniugi nell’AVS e nell’AI. In base alla regolamentazione attuale, la somma delle due rendite delle persone assicurate coniugate ammonta al 150 per cento dell’importo massimo della rendita corrispondente, ovvero a 3780 franchi per le persone che hanno sempre versato contributi AVS. Questa limitazione concerne circa il 90 per cento delle coppie sposate. Di conseguenza, le loro rendite AVS e AI possono essere inferiori alla somma delle rendite delle coppie non sposate. L’iniziativa chiede anche che il Consiglio federale sopprima l’esenzione dall’obbligo contributivo per il coniuge che non lavora, se la relativa legislazione d’esecuzione non dovesse entrare in vigore entro tre anni dall’accettazione dell’iniziativa. Attualmente, le persone sposate senza attività lucrativa sono esentate dall’obbligo contributivo se il coniuge versa almeno il doppio del contributo minimo. In caso di accettazione dell’iniziativa, le rendite delle persone sposate con un reddito annuo medio determinante AVS superiore a 90720 franchi (stato: 2025) migliorerebbero. Per contro, le rendite delle economie domestiche con redditi più bassi e quelle delle persone non sposate, vedove o divorziate non aumenterebbero.

Il Consiglio federale raccomanda di respingere l’iniziativa

Il Consiglio federale respinge l’iniziativa, poiché ritiene che i coniugi beneficino già di una buona copertura sociale nell’AVS, con diverse prestazioni accordate unicamente a loro che controbilanciano gli svantaggi connessi alla limitazione della somma delle loro rendite. Le coppie sposate beneficiano infatti di prestazioni dell’AVS e dell’AI a cui i conviventi non hanno diritto. In caso di divorzio e di decesso, per esempio, i redditi conseguiti durante gli anni di matrimonio vengono ripartiti in parti uguali tra i due coniugi. Lo stesso vale quando entrambi hanno diritto a una rendita. Inoltre, i vedovi e le vedove hanno diritto a un supplemento di vedovanza del 20 per cento in aggiunta alla loro rendita di vecchiaia o d’invalidità e le rendite vedovili sono accordate soltanto a condizione di essere stati sposati.

L’accettazione dell’iniziativa, con la soppressione della limitazione delle rendite per coniugi e quella dell’esenzione dall’obbligo contributivo per il coniuge senza attività lucrativa, genererebbe inoltre un aumento delle uscite annue dell’AVS di circa 3,6 miliardi di franchi nel 2030 e di circa 4,1 miliardi di franchi nel 2035 (secondo le proiezioni). La Confederazione dovrebbe coprire circa 770 milioni di franchi nel 2030 e 870 milioni di franchi nel 2035 (secondo il diritto vigente, il contributo federale al finanziamento dell’AVS ammonta al 20,2 %). L’iniziativa non prevede però alcun finanziamento per coprire queste spese supplementari e l’AVS non dispone delle risorse finanziarie necessarie per coprirle. Per far fronte alle uscite supplementari che l’iniziativa genererebbe e in funzione dell’obiettivo finanziario da definire, si renderebbe per esempio necessario un aumento dei contributi salariali di 0,6 punti percentuali o un innalzamento dell’IVA di 0,8 punti percentuali.

In caso di accettazione dell’iniziativa, le spese aggiuntive andrebbero a gravare l’insieme della popolazione, incluse le persone a basso reddito o le persone sole, vedove o divorziate, che non beneficerebbero però di alcun miglioramento della loro rendita e che anzi sono proprio quelle maggiormente minacciate dalla povertà. Inoltre, imporre all’AVS un onere supplementare in aggiunta ai costi legati alla 13a rendita di vecchiaia e all’evoluzione demografica aggraverebbe la situazione finanziaria dell’assicurazione. Sulla base di quanto precede, il Consiglio federale raccomanda al Parlamento di respingere l’iniziativa.

Saperne di più

Primo studio sui giovani di Pro Juventute: un giovane su 10 è sottoposto a trattamento professionale

Lo «Studio sui giovani di Pro Juventute» è la prima indagine rappresentativa su come gli adolescenti e i giovani adulti in Svizzera affrontino lo stress, le crisi e l’uso dei media. I risultati mostrano differenze significative tra i generi.

Per lo studio è stato chiesto a un campione rappresentativo di adolescenti e giovani adulti di tutta la Svizzera di età compresa tra i 14 e i 25 anni come affrontano lo stress, le crisi, l'uso dei media e la resilienza. 

Primo studio sui giovani di Pro Juventute

Il Consiglio federale adotta il rapporto sul confronto tra modelli di congedo parentale

Nella sua seduta del 19 febbraio 2025, il Consiglio federale ha adottato un rapporto redatto in adempimento di un postulato su costi e benefici di diversi modelli di congedo parentale. A tal fine si è basato su un rapporto di ricerca con un’analisi della letteratura scientifica, da cui emergono i vantaggi e gli svantaggi che diversi modelli di congedo parentale potrebbero presentare per la Svizzera. Il rapporto funge da base per il dibattito sull’impostazione di un eventuale congedo parentale nel nostro Paese.

Attualmente, dopo la nascita di un figlio le madri che esercitano un’attività lucrativa in Svizzera hanno diritto a un congedo di maternità di 14 settimane, mentre l’altro genitore che esercita un’attività lucrativa può fruire di un congedo pagato di 2 settimane. I congedi legati alla nascita di un figlio hanno un impatto diretto per i genitori, i figli, le imprese e gli enti pubblici. D’altro canto, incidono indirettamente anche su fattori quali le uscite sociali, le spese sanitarie e le entrate fiscali di Confederazione e Cantoni. Un postulato della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale (21.3961) ha chiesto al Consiglio federale di presentare un’analisi costi-benefici di differenti modelli di congedo parentale per la Svizzera che vadano oltre la soluzione attuale. In questo contesto andava valutato se un congedo parentale – sia esso della stessa durata per entrambi i genitori (modello paritario) o ripartibile a determinate condizioni tra i genitori (modello variabile) – fosse più opportuno a livello macroeconomico rispetto allo status quo.

Effetti positivi e negativi a seconda dell’impostazione

L’analisi della letteratura scientifica effettuata fornisce una panoramica dettagliata dei costi e benefici diretti e indiretti, talvolta difficili da quantificare, di diversi modelli di congedo parentale. Nel suo rapporto, il Consiglio federale giunge alla conclusione che i modelli di congedo parentale possono avere effetti positivi e negativi, per esempio migliorare la conciliabilità tra famiglia e lavoro, come pure essere vantaggiosi per la salute della madre o lo sviluppo del figlio. Per contro, un congedo parentale comporta tra l’altro la necessità di un finanziamento più elevato e quindi, a seconda della forma di finanziamento scelta, maggiori oneri salariali. L’analisi mette in evidenza il ruolo cruciale dell’impostazione concreta di un congedo parentale, come emerge dal confronto tra un modello variabile e uno paritario. Se nel modello variabile una parte del congedo parentale può essere liberamente ripartita tra i genitori e quindi le madri possono rimanere fuori dal mercato del lavoro per oltre sei mesi, il modello paritario prevede lo stesso numero di settimane per ciascun genitore. Secondo l’analisi, il modello variabile ha ripercussioni negative meno marcate sul reddito dell’altro genitore e determina un aumento degli oneri salariali accessori inferiore rispetto al modello paritario. Per contro, il modello paritario ha un impatto più positivo sulla partecipazione delle madri al mercato del lavoro: esse restano più a lungo nella stessa impresa o nel mercato del lavoro in generale, il che è vantaggioso nell’ottica della situazione del mercato del lavoro, della carenza di personale qualificato e delle spese legate alle fluttuazioni. Inoltre, il congedo parentale permette ai genitori di ripartirsi in modo più equilibrato l’attività lucrativa e i lavori domestici e di assistenza e cura. Un altro vantaggio consiste nella possibile diminuzione della discriminazione delle donne per quanto riguarda la promozione o la retribuzione.

Solida base per l’ulteriore dibattito sul tema

Nel suo rapporto, il Consiglio federale giunge alla conclusione che con il rapporto di ricerca è stato dato seguito alle richieste principali del postulato in questione fornendo una solida base per il dibattito sull’eventuale introduzione di un congedo parentale in Svizzera. Al momento questo dibattito viene portato avanti sia dall’iniziativa «congedo familiare» (annunciata il 28 novembre 2024 da una coalizione interpartitica composta da alliance F, I Verdi, Verdi liberali, Donne del Centro, Travail.Suisse, PEV) che dalle iniziative cantonali per un congedo parentale dei Cantoni di Ginevra, del Vallese, del Giura e del Ticino. In gennaio le iniziative dei Cantoni di Ginevra e del Giura, che chiedono l’introduzione di un congedo parentale da parte della Confederazione, hanno trovato sostegno nella Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati.

Saperne di piû

Pax riceve il certificato di qualità di Pro Familia «azienda favorevole alle famiglie»

Pax è considerata dai suoi dipendenti «un'azienda molto favorevole alla famiglia» con 86 punti su 100 possibili. Bravo !

Il «Family Score», realizzato da Pro Familia in collaborazione con Empiricon, è un sondaggio che si svolge tra il personale aziendale per misurare in base a criteri scientifici quanto le aziende sono attente alle esigenze delle famiglie. Le organizzazioni che raggiungono un punteggio di 60 punti o più (su 100 possibili) e il numero minimo di risposte richiesto sono considerate “aziende amiche delle famiglie”. Dal lancio del marchio nel 2017 hanno partecipato all’indagine più di 200’000 dipendenti. Pax si è aggiudicata un posto di rilievo e con l’ottimo risultato di 86 punti su 100 Pax potrà vantare per tre anni il marchio di qualità «Azienda amica delle famiglie».

Pax promuove la conciliabilità tra lavoro e vita privata con varie misure 

Pax offre un’ampia gamma di misure per rispondere con la massima flessibilità possibile alle esigenze del personale e accrescerne la soddisfazione. Nel sondaggio le misure più apprezzate sono state la possibilità di lavorare da casa e part-time, la pianificazione flessibile del lavoro che tenga conto degli impegni familiari, la pianificazione delle ferie in base alle esigenze della famiglia e la comprensione della situazione familiare all’interno dei team e da parte dei superiori. 

Testare il questionario Family Score
Per saperne di più su Pax

Proroga del programma d’incentivazione per la promozione della custodia di bambini complementare alla famiglia fino alla fine del 2026

 Il programma d’incentivazione della Confederazione teso a promuovere la custodia di bambini complementare alla famiglia dovrebbe essere sostituito in modo duraturo da una nuova legge, che il Parlamento sta attualmente elaborando. In attesa della sua entrata in vigore, il 27 settembre 2024 il Parlamento aveva deciso di prorogare il programma d’incentivazione fino alla fine del 2026. In occasione della sua seduta del 29 gennaio 2025, il Consiglio federale ha modificato in tal senso l’ordinanza sugli aiuti finanziari per la custodia di bambini complementare alla famiglia. Le modifiche entreranno in vigore retroattivamente con effetto dal 1° gennaio 2025.

La legge federale sugli aiuti finanziari per la custodia di bambini complementare alla famiglia (LACust) è entrata in vigore il 1° febbraio 2003. Con questo programma d’incentivazione, la Confederazione promuove l’istituzione di posti per la custodia di bambini complementare alla famiglia per consentire ai genitori di meglio conciliare le responsabilità familiari e l’attività professionale o la formazione. Il programma d’incentivazione era inizialmente limitato a otto anni con scadenza il 31 gennaio 2011, ma il Parlamento l’ha prorogato quattro volte. La scadenza degli aiuti finanziari per l’istituzione di posti per la custodia di bambini complementare alla famiglia era quindi fissata al 31 dicembre 2024. Il programma d’incentivazione ha permesso di creare 79 323 nuovi posti di custodia (stato: 31.12.2024).

Su proposta del Consiglio federale, il campo di applicazione della LACust è stato ampliato con effetto dal 1° luglio 2018 introducendo due nuovi strumenti di promozione: da allora la Confederazione può accordare aiuti finanziari ai Cantoni e ai Comuni che aumentano i loro sussidi destinati alla custodia di bambini complementare alla famiglia per ridurre le spese di custodia a carico dei genitori; inoltre, può sostenere progetti volti ad adeguare maggiormente ai bisogni dei genitori l’offerta di servizi per la custodia di bambini complementare alla famiglia. La durata di questi due strumenti era inizialmente limitata al 30 giugno 2023 ed è stata anch’essa prorogata fino al 31 dicembre 2024.

Il 18 febbraio 2021 la Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale ha depositato l’iniziativa parlamentare 21.403, che prevede di sostituire il finanziamento iniziale con una soluzione moderna. Dato che non è possibile elaborare la nuova legge prima della scadenza di quella vigente, il 20 novembre 2023 la Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio degli Stati ha depositato l’iniziativa parlamentare 23.478, che intende fare in modo che i contributi federali in materia di custodia di bambini complementare alla famiglia siano prorogati fino all’entrata in vigore della nuova legge oppure al più tardi il 31 dicembre 2026. L’obiettivo è di evitare che insorgano lacune nelle misure d’incoraggiamento della Confederazione. Questa proroga consente dunque di garantire la continuità degli aiuti. A tal fine sono necessarie modifiche della LACust e della relativa ordinanza (OACust), che entreranno in vigore retroattivamente con effetto dal 1° gennaio 2025.

Poiché i due crediti d’impegno attuali sono limitati e il Dipartimento federale dell’interno ritiene che saranno esauriti prima della fine del programma, ovvero il 31 dicembre 2026, il Dipartimento ha stabilito un ordine di priorità al fine di garantire un’equa ripartizione dei mezzi disponibili.

Saperne di più

Il Consiglio federale propone procedure di risanamento per le persone sovraindebitate

Alle persone sovraindebitate va concessa una seconda opportunità di condurre una vita senza debiti. Le due nuove procedure di risanamento finanziario per le persone fisiche hanno effetti positivi sia sulla salute degli interessati che sull’economia. Alla luce dei riscontri prevalentemente positivi emersi in sede di consultazione, nella seduta del 15 gennaio 2025 il Consiglio federale ha adottato il pertinente messaggio.

Le persone fisiche che non sono in grado di liberarsi con i propri mezzi dai loro debiti hanno attualmente scarse prospettive di condurre nuovamente una vita senza debiti e spesso dispongono solo del minimo vitale previsto dal diritto dell'esecuzione. Ciò ha un impatto negativo sull'interessato e il suo ambiente, ad esempio perché pregiudica la sua salute. Grava inoltre sulla società e l'economia, perché insorgono spese per le assicurazioni sociali e il sistema sanitario oppure perché le persone interessate non possono pagare le imposte.

Affinché in futuro alle persone sovraindebitate sia concessa una seconda opportunità di condurre una vita senza debiti, il Consiglio federale e il Parlamento intendono modificare la legge federale sulla esecuzione e sul fallimento (LEF). Alla luce dei riscontri positivi emersi in sede di consultazione, l'Esecutivo ha adeguato il progetto in punti specifici e, nella seduta del 15 gennaio 2025, ha adottato il pertinente messaggio all'attenzione del Parlamento.

Procedura concordataria semplificata

Ai debitori che dispongono di un reddito regolare sarà in futuro possibile applicare una procedura concordataria semplificata per risolvere una situazione di indebitamento. Nell'ambito di un concordato, al debitore è condonata una parte dei debiti a condizione che la maggioranza dei creditori approvi tale procedura e il giudice la consideri adeguata. Il concordato è vincolante anche per i creditori non consenzienti.

Procedura di fallimento risanatorio

Per le persone che si trovano in una situazione di indebitamento senza speranze e per le quali non è possibile concludere un concordato, il Consiglio federale propone una procedura di fallimento risanatorio secondo cui per diversi anni il debitore deve cedere al creditore tutti i beni di cui dispone e dimostrare di adoperarsi per guadagnare un reddito regolare. Tenuto conto dei pareri espressi in sede di consultazione, la durata di tale obbligo di pagamento è stata ridotta da quattro a tre anni. Se durante l'intera procedura il debitore adempie i suoi obblighi, è liberato dai suoi debiti residui.

Evitare abusi e offrire consulenza in materia di debiti

Sono previste alcune clausole per evitare abusi e perdite eccessive per i creditori. Se il debitore è liberato dai suoi debiti residui, per dieci anni non può avviare alcun nuovo fallimento risanatorio. Se torna improvvisamente a miglior fortuna grazie a un'eredità o a una donazione, per un determinato periodo dopo la conclusione della procedura anche tali beni appartengono ai creditori. È quanto prevede una disposizione che s'intende introdurre nella LEF sulla base dei risultati emersi in sede di consultazione. Seguendo un'altra richiesta frequentemente espressa dai partecipanti alla consultazione, durante la procedura è proposta anche un'offerta di consulenza in materia di debiti e di budget: una nuova disposizioni mira a obbligare i Cantoni a garantire l'accesso a servizi di consulenza in vista della nuova procedura di risanamento al fine di trasmettere le necessarie competenze budgetarie.

La possibilità di condurre nuovamente una vita senza debiti incentiva i debitori a riprendersi al più presto economicamente. Ciò permette inoltre di evitare che le persone indebitate restino durevolmente intrappolate nella dipendenza dall'aiuto sociale. Questo è importante per ridurre al minimo l'impatto negativo di un sovraindebitamento per la persona interessata, il suo ambiente e l'intera società.

Questa pagina informa in merito a un progetto legislativo in corso. Le procedure di risanamento proposte dal Consiglio federale devono ancora essere deliberate e decise in Parlamento. Non si tratta di diritto vigente e non può pertanto essere fatto valere per il momento.

Per una consulenza personalizzata in materia d’indebitamento rimandiamo ai consultori del vostro Cantone (https://schulden.ch/fachstellen/).

Saperne di più