Lacune nell’offerta di accoglienza per le persone vittime di violenza

Nonostante in Svizzera il numero di posti negli alloggi di emergenza e nelle strutture di accoglienza per vittime di violenza sia aumentato, la situazione attuale non permette di rispondere alla crescente richiesta di aiuto. Nella sua seduta del 25 giugno 2025, il Consiglio federale ha adottato un rapporto in cui esprime le sue preoccupazioni al riguardo e sostiene gli sforzi annunciati dai Cantoni per garantire che nelle varie regioni sia disponibile un’offerta sufficiente e adeguata alle esigenze specifiche dei diversi gruppi della popolazione.

Dal 2017, il numero delle case protette per donne vittime di violenza e dei posti offerti da queste strutture e dagli alloggi di emergenza è aumentato. L’offerta non permette però ancora di rispondere alla crescente richiesta: ne conseguono attese talvolta lunghe o addirittura un rifiuto di presa a carico. Le numerose lacune che continuano a persistere in ambito stazionario sono dovute al sovraccarico delle strutture, alla mancanza di personale o alla divergenza tra i posti disponibili e le esigenze delle persone in cerca di protezione. Gli alloggi di emergenza e le case protette sono infatti difficilmente accessibili per altre vittime di violenza come i giovani, le persone con disabilità o problemi di salute, le persone anziane, gli uomini e le persone LGBTIQ. Infine, la disponibilità di servizi varia molto tra le regioni, al loro interno e tra i centri urbani e le zone periferiche.

Questi risultati emergono dal rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato 23.3016 della Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale. Il rapporto si basa sull’indagine condotta dalla Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale e dalla Scuola universitaria di lavoro sociale di Friburgo su incarico della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS).

Il Consiglio federale si dice preoccupato di questa situazione, che giudica insoddisfacente. Si rammarica che le raccomandazioni formulate dalla CDOS nel 2021 siano state attuate soltanto in parte e che l’obiettivo di finanziamento duraturo delle case protette per donne non sia stato del tutto raggiunto. Per questo motivo, accoglie con favore la decisione della CDOS di istituire un gruppo di lavoro incaricato di elaborare soluzioni fondate per tutte le regioni svizzere. Incoraggia inoltre i Cantoni a proseguire i loro sforzi, in particolare al fine di migliorare l’offerta e l’accessibilità delle case protette e degli alloggi di emergenza per tutte le vittime di violenza, di rafforzare il coordinamento delle prestazioni e il sostegno post-accoglienza, di potenziare l’informazione destinata ai gruppi target e di garantire un finanziamento duraturo delle prestazioni.

Dal canto suo, il Consiglio federale seguirà con attenzione il prosieguo dei lavori in corso a livello federale per prevenire e lottare contro la violenza. Queste attività permetteranno in particolar modo di far sì che le persone interessate siano meglio informate in merito alle offerte di aiuto disponibili e a come accedervi. Una revisione della legge federale concernente l’aiuto alle vittime di reati è in corso. Il Consiglio federale continuerà infine a impegnarsi nei campi di sua competenza, affinché tutte le vittime di violenza beneficino della protezione e del sostegno di cui necessitano.

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